Yara, il film sul caso Gambirasio fa discutere: scontro tra la produzione e la famiglia

I legali della famiglia Gambirasio e quelli di Massimo Bossetti criticano il film di Giordana, da oggi disponibile su Netflix

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Chiara Bono è Yara Gambirasio nel film Netflix
Chiara Bono è Yara Gambirasio nel film Netflix

Le polemiche sono inevitabili quando si affronta il caso Gambirasio. Ancor più quando a farlo è un’opera di finzione. Prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi con RTI, Yara arriva su Netflix dopo un’uscita limitata al cinema per tre giorni dal 18 al 20 ottobre. Il film parte dal drammatico fatto di cronaca per svelare i retroscena – le incertezze e le piste false, il clamore mediatico e i tentativi di manipolazione politica – di una vicenda che ha sconvolto l’Italia e che continua a far parlare.

Yara: film sul caso Gambirasio scatena dibattito

L’omicidio di Yara Gambirasio è ricostruito dal punto di vista di Letizia Ruggeri, la pm che affronta l’indagine partendo dall’unico elemento sicuro: il DNA dell’assassino ritrovato sugli indumenti della vittima. Il ruolo è stato affidato a Isabella Ragonese.

La 13enne di Brembate di Sopra è interpretata da Chiara Bono, mentre Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all’ergastolo per il delitto, ha il volto di Roberto Zibetti. I genitori della ragazza sono Sandra Toffolatti e Mario Pirrello. Alessio Boni e Thomas Trabacchi vestono le divise dei Carabinieri che indagano sulla scomparsa.

Dirige Marco Tullio Giordana, il regista di – tra gli altri – Nome di donna, Romanzo di una strage, I cento passi e La meglio gioventù. La sceneggiatura è di Graziano Diana e si basa sugli atti processuali, le sentenze, i verbali d’interrogatorio, i libri e i resoconti dei giornali. Eppure, Yara scatena il dibattito ancor prima di uscire in streaming. Prevedibile quando si parla di casi mediatici e storie realmente accadute, come succederà con la serie sul delitto di Avetrana.

Il legale della famiglia Gambirasio, Andrea Pezzotta, contattato dal sito Fanpage ha dichiarato: “Non c’è stato nessun accordo, nulla. La famiglia lo ha scoperto a cose fatte, solo dopo hanno fatto una telefonata a me, ma a film già confezionato. Il film non l’ho neanche visto”.

Il team legale di Bossetti, rappresentato dall’avvocato Claudio Salvagni, ha riportato al settimanale Oggi: “Non siamo stati consultati dal regista, un errore viste le mancanze del film, ci sono gravi inesattezze”.

Chiara Bono è Yara Gambirasio nel film Netflix
Chiara Bono è Yara Gambirasio

Yara, Netflix lancia il film: Pietro Valsecchi replica alle accuse

Il produttore Pietro Valsecchi ha replicato ad entrambi dalle pagine della Stampa: “Non è andata così: come ho sempre fatto quando ho scelto di raccontare storie ispirate a fatti e personaggi reali, ho chiamato l’avvocato quando ancora stavamo scrivendo il film. In quell’occasione rispose che la famiglia Gambirasio non intendeva essere coinvolta e ovviamente ho rispettato questa decisione. A fine montaggio l’abbiamo richiamato nel caso avessero cambiato idea, ma la risposta è stata la stessa”.

Il patron di Taodue ha ribattuto anche sulle “informazioni non veritiere” che il film diffonde secondo Salvagni: “Il film si è basato su una scrupolosa lettura delle carte processuali e della documentazione di quanto è accaduto. Ho il massimo rispetto per la difesa, ma non so proprio cosa avrebbe potuto dirci di più l’avvocato Salvagni”.

Yara è disponibile da venerdì 5 novembre su Netflix.

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