Robert De Niro alla sbarra: la sua ex assistente lo accusa di discriminazione di genere

“Vergognati, Chase Robinson!”, ha gridato l'attore alla sua accusatrice in tribunale: ecco cosa sta succedendo nella causa tra il divo e la sua ex executive assistant

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Robert De Niro
Robert De Niro

Graham Chase Robinson, la ex assistente di Robert De Niro, ha fatto causa all’attore. Il divo è finito alla sbarra in tribunale e deve difendersi dall’accusa di discriminazione di genere che Robinson gli muove. Il processo è in corso a New York e le testimonianze emerse sono pesanti: De Niro è descritto come una specie di bullo sessista che aveva trasformato le giornate di lavoro dei suoi assistenti in un inferno.

Robert De Niro, ex assistente lo accusa di bullismo

La causa che coinvolge Graham Chase Robinson e Robert De Niro, in realtà, va avanti da anni. L’attore accusa a sua volta la ex assistente di avergli rubato milioni di miglia di programmi frequent flyer (i programmi di fedeltà delle compagnie aeree per i clienti che viaggiano spesso) e di aver passato le giornate a guardare film e serie su Netflix anziché a lavorare. Canal Productions, la società di produzione dell’attore, è impegnata da tempo in questa battaglia legale perché sostiene che la donna ha usato i fondi aziendali per spese personali.

Dopo la selezione della giuria e le dichiarazioni di apertura, De Niro è stato interrogato per 90 minuti sul banco dei testimoni. Il divo due volte Premio Oscar, dal 19 ottobre al cinema con Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, bolla come “assurdità” le accuse di Chase Robinson, executive assistant di 41 anni rimasta alle sue dipendenze dal 2008 al 2019. “Mi sottopagava, faceva commenti sessisti e mi assegnava compiti stereotipicamente femminili”, ha affermato la donna. Robinson ha cominciato giovanissima a lavorare per l’attore e al momento del licenziamento era diventata vicepresidente di Canal Productions per la produzione e le finanze, con uno stipendio di 300mila dollari all’anno. I suoi compiti includevano la pianificazione, l’organizzazione di viaggi e l’acquisto di regali per amici e parenti.

De Niro si difende spiegando che avrebbe chiamato Chase Robinson solo in orari “civili” e che le avrebbe permesso di lavorare da remoto. “Non è che le chiedessi di uscire e pulire i pavimenti”, chiarisce l’attore. Il divo ammette di averla rimproverata in un’occasione, quando non l’ha svegliato in tempo per un appuntamento importante, ma “non sono mai stato offensivo”. Anche se dal dibattimento risulta che avrebbe più volte definito Robinson “viziata” o “stronzetta”.

Robert De Niro
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Robert De Niro, causa milionaria per l’attore

Altre testimonianze della ex assistente sono decisamente più inquietanti. De Niro avrebbe chiesto a Chase Robinson di essere reperibile “in ogni ora del giorno e della notte” e l’avrebbe chiamata al telefono due volte mentre era al funerale della nonna per farle acquistare i biglietti dell’autobus per suo figlio. Non solo: le avrebbe fatto rammendare i vestiti, fare il bucato e a volte addirittura grattargli la schiena. Dinanzi a questa accusa, il divo in aula ha perso le staffe. “Vergognati, Chase Robinson!”, ha gridato alla sua accusatrice.

Assistita dallo studio legale Sanford Heisler Sharp, Chase Robinson chiede all’attore 12 milioni di dollari di risarcimento per disagio emotivo e danni alla reputazione. A sua volta, Canal Productions chiede 6 milioni di risarcimento perché la donna avrebbe trasferito l’equivalente di 450mila dollari in miglia di viaggi aerei sul suo conto personale e avrebbe speso decine di migliaia di dollari in cibo, viaggi e altri servizi non legati al suo impiego. I due processi si svolgono contemporaneamente e dovrebbero concludersi nell’arco di due settimane.