Abbiamo già visto metà Hollywood mettersi in sciopero per i rischi che l’intelligenza artificiale può causare al loro lavoro (tra i vari motivi), ma proprio ora che la protesta sta rientrando e cominciano a comparire i primi accordi, arriva la notizia della pubblicità di Tom Hanks realizzata ‘senza il suo permesso’, a favore di una clinica dentale.
A segnalarlo l’avvocato Alfredo Esposito, esperto di diritti digitali, copyright e intelligenza artificiale, che riporta la curiosissima news: “L’iconico attore Tom Hanks ha postato su Instagram un’immagine che lo ritrae mentre pubblicizza una clinica dentale – riporta sui suoi canali social dedicati all’argomento – pubblicità alla quale non ha mai partecipato. “𝘉𝘦𝘸𝘢𝘳𝘦! 𝘛𝘩𝘦𝘳𝘦’𝘴 𝘢 𝘷𝘪𝘥𝘦𝘰 𝘰𝘶𝘵 𝘵𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘮𝘰𝘵𝘪𝘯𝘨 𝘴𝘰𝘮𝘦 𝘥𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭 𝘱𝘭𝘢𝘯 𝘸𝘪𝘵𝘩 𝘢𝘯 𝘈𝘐 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪𝘰𝘯 𝘰𝘧 𝘮𝘦. 𝘐 𝘩𝘢𝘷𝘦 𝘯𝘰𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨 𝘵𝘰 𝘥𝘰 𝘸𝘪𝘵𝘩 𝘪𝘵”, ovvero “Attenzione! C’è un video che gira e che promuove qualche clinica dentale con una mia versione AI. Non c’entro niente!”
Ma cosa rappresenta questa pubblicità di Tom Hanks realizzata ‘senza il consenso’ di Tom Hanks? “Uno dei principali punti di dibattito riguarda l’opportunità di utilizzare l’intelligenza artificiale (AI) – spiega l’Avv. Esposito – che consente un uso molto più economico e funzionale della grafica computerizzata (CGI), per generare “interpretazioni” di attori che non sono realmente presenti e che potrebbero continuare a fare film anche dopo la loro morte. L’attore in tal senso ha affermato: “𝘊𝘩𝘪𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘱𝘶ò 𝘰𝘳𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘳𝘦𝘢𝘳𝘦 𝘴𝘦 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘴𝘪𝘢𝘴𝘪 𝘦𝘵à 𝘢𝘵𝘵𝘳𝘢𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘤𝘯𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘢 𝘈𝘐 𝘰 𝘥𝘦𝘦𝘱𝘧𝘢𝘬𝘦… 𝘗𝘰𝘵𝘳𝘦𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘴𝘵𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘶𝘯 𝘢𝘶𝘵𝘰𝘣𝘶𝘴 𝘥𝘰𝘮𝘢𝘯𝘪 𝘦 𝘣𝘢𝘴𝘵𝘢, 𝘮𝘢 𝘭𝘦 𝘮𝘪𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘯𝘤𝘦 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘯𝘶𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘭𝘭’𝘪𝘯𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘰”.
Una riflessione davvero importante per tutti i professionisti dello spettacolo, che si ritrovano in un momento storico particolarmente delicato e determinante per il futuro del cinema, e in generale delle arti. “Nel bel mezzo di uno dei negoziati più impegnativi di sempre, questo evento sembra definire ulteriormente le dinamiche di potere nel campo dell’integrazione dell’Intelligenza Artificiale, destinata a rivoluzionare, forse inevitabilmente, il mondo del cinema.” conclude infatti l’esperto italiano di diritti digitali.