Sono nove i nuovi film al cinema dal 25 maggio. Come ormai accade ogni settimana, non sono mancate uscite speciali che anticipano le novità del giovedì. I Wonder Pictures ripropone Toto le héros – Un eroe di fine millennio, l’originale opera prima del geniale regista belga Jaco Van Dormael vincitore della Caméra d’or al Festival di Cannes 1991. Dopo il successo di Suzume, capace di superare i 320 milioni di incasso al box office mondiale, Nexo Digital e Dynit hanno riportato al cinema Your Name. e Il giardino delle parole per due giorni (il 23 e 24 maggio) in omaggio a Makoto Shinkai e alla sua arte.
I nuovi film al cinema dal 25 maggio
Per il resto, il weekend è all’insegna della Disney e del cinema italiano. Il maggior numero di schermi è infatti occupato da La sirenetta e da Rapito di Marco Bellocchio, tra i film più applauditi al Festival di Cannes insieme a Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti, uscito nelle sale il 20 aprile scorso e pronto al rilancio in caso di premi. Il terzo incomodo è Renfield, la commedia horror di Chris McKay dedicata al celebre aiutante di Dracula. Ecco tutti i titoli, le trame, i trailer e i consigli su cosa vedere (e cosa no).
La sirenetta
Disney rifà in versione live action il classico animato del 1989, affidando (non senza polemiche) la parte di Ariel alla cantante e attrice afrodiscendente Halle Bailey. La fiaba scritta da Hans Christian Andersen nel 1837 resta sempre la stessa, a cambiare è l’approccio improntato a inclusione e diversità. Il risultato, al netto di proteste e discussioni, è deludente, con una computer grafica particolarmente imbarazzante. Nel cast Jonah Hauer-King, Javier Bardem e Melissa McCarthy. La voce italiana del granchio Sebastian è di Mahmood.
Rapito
L’imperdibile della settimana, direttamente dal Concorso di Cannes 76. Marco Bellocchio continua a indagare la presenza concreta e tangibile di Dio e lo fa con un’opera tagliente e profonda, senza ideologie né pregiudizi, basata su una terribile storia vera. Nella Bologna del 1858, Edgardo Mortara (Enea Sala da bambino, Leonardo Maltese da ragazzo), un bambino di sei anni in una famiglia ebrea, viene battezzato dalla domestica all’insaputa dei genitori. Venuto a conoscenza dell’accaduto, il Papa manda in città la polizia vaticana ed Edgardo è rapito, portato a Roma e allevato come un seminarista, fino a quando abbraccia la fede cristiana e diventa un missionario pronto a convertire anche i suoi familiari. Impreziosiscono il cast Fabrizio Gifuni (l’inquisitore domenicano Pier Gaetano Feletti), Paolo Pierobon (Pio IX), Fausto Russo Alesi e Barbara Ronchi (i genitori di Edgardo), Filippo Timi (il cardinale Antonelli) e Paolo Calabresi (Sabbatino, il rappresentante della comunità ebraica di Roma). Da vedere.
Renfield
Da un’idea originale del fumettista Robert Kirkman, l’autore di The Walking Dead, una horror comedy sul famiglio di Dracula, l’agente immobiliare Renfield. Non siamo nella Transilvania del XIX secolo, ma nella New Orleans dei nostri giorni, dove il povero e vessato servitore del Conte cerca in tutti i modi di curare il suo malsano rapporto di co-dipendenza dal Principe delle Tenebre. Ad aiutarlo c’è la testarda e integerrima poliziotta Rebecca (Awkwafina). Funziona la coppia di protagonisti Nicholas Hoult e Nicolas Cage, per il resto il film di Chris McKay è un disastro: la rivisitazione comico-contemporanea del mito diventa presto un unico sketch splatter banale e privo di originalità.
Sanctuary
Rebecca è una prostituta specializzata nel sadomaso: è una mistress, la dominatrice delle pratiche BDSM. Hal, ricco erede di una catena di hotel ed alberghi, è il suo cliente fisso. Quando l’uomo cerca di porre fine alla loro lunga e segreta relazione, si scatena una serata carica di tensione e colpi di scena, una serrata lotta per il dominio e il potere. Zachary Wigon dirige un thriller psicologico terribilmente cattivo sul controllo (sugli altri e su se stessi) e sull’abuso fisico ed emotivo. Magnetici e affiatati i due protagonisti Margaret Qualley e Christopher Abbott.
Daliland
Mary Harron (la regista canadese di Ho sparato a Andy Warhol e American Psycho) dedica un biopic al geniale e controverso pittore surrealista Salvador Dalí, con il volto di Ben Kingsley da adulto e di Ezra Miller da giovane. Al centro del film c’è soprattutto la relazione con Gala (a interpretarla è la magnifica Barbara Sukowa, da giovane Avital Lvova), la moglie, musa e ossessione del maestro. Il loro amore appassionato ma inquieto è raccontato attraverso lo sguardo di James (Christopher Briney), il giovane assistente di Dalí che lo aiuta ad allestire una mostra nella New York del 1973, ormai travolta dall’irruzione dell’arte contemporanea. Divertente e inquietante, ma pure senza grosse intuizioni.
Winter Brothers
A sei anni dalla sua uscita, arriva in Italia l’esordio dell’islandese Hlynur Pálmason, il regista di A White, White Day – Segreti nella nebbia e Godland – Nella terra di Dio. Alla sua opera prima, Pálmason immerge nel bianco accecante e deserto di una miniera di gesso danese i fratelli Johan (Simon Sears) ed Emil (Elliott Crosset Hove), personalità fragili e molto diverse tra loro. A scatenare una profonda frattura tra i due è Anna (Vic Carmen Sonne), una delle poche donne a lavorare sottoterra, in quel microcosmo di maschi, calce e polvere. Sperimentale nell’approccio e frammentato nella narrazione, un film per immagini (più che per racconto) sul “disperato bisogno di aggrapparsi a qualcosa o a qualcuno”.
Il respiro della foresta
Dal regista cinese Jin Huaqing, un documentario immersivo e visivamente potente sulle 10.000 monache buddiste tibetane che vivono nell’isolato monastero di Yarchen Gar, nella provincia occidentale del Sichuan. Lontane dal resto del mondo, immerse nella natura selvaggia tra gli altipiani innevati, le religiose contano soltanto sul loro guru e su loro stesse per comprendere l’impermanenza e le questioni fondamentali di vita e morte. Un affascinante percorso ascetico, non senza momenti di leggerezza ed evocative sequenze paesaggistiche.
Cùntami
Giovanna Taviani dedica il suo documentario alla tradizione dei pupari e cuntisti e alla ricerca dei nuovi esponenti di quest’epica. Ogni tappa del suo viaggio in Sicilia è legata a una storia e a un grande narratore orale, da Vincenzo Pirrotta/Orlando Furioso a Gaspare Balsamo/Don Chisciotte, fino a Giovanni Calcagno, Mario Incudine, l’iracheno Yousif Latif Jaralla e il maestro Mimmo Cuticchio. Da vedere proprio insieme all’antologia Mimmo Cuticchio – L’opera dei pupi, disponibile su RaiPlay.
Jonas Deichmann – Il nostro limite siamo noi
Il terzo documentario della settimana è dei tedeschi Markus Weinberg e Steffi Rostoski. La coppia ha seguito l’impresa di Jonas Deichmann, il superatleta che come Forrest Gump corre, nuota e pedala ovunque per migliaia di chilometri: un giro del mondo in 14 mesi, compiuto soltanto a piedi, nuoto e bici, dal mare Adriatico fino a Vladivostok e attraversando il Messico in 120 maratone. L’elenco delle sale in cui è in programma è sul sito di Mescalito Film.