Un’estate senza concerti, questo l’annuncio ufficiale che ha reso Vasco Rossi disperato. Il celebre cantante è stato intervistato da Milena Gabanelli per il Corriere della Sera e ha parlato del suo stato d’animo di fronte alle conseguenze della pandemia sul mondo della musica e dei live:
“Quando abbiamo capito che i concerti andassero rinviati, mi è crollato il mondo addosso: da un anno progettavo questo, avevamo già lavorato, eravamo pronti per partire, io ero già pronto psicologicamente. Tutto è crollato.”
La forte reazione del cantante riguardo il destino dei concerti (quello dei cinema, invece, è quello di riaprire presto) ha una duplice matrice. Da un lato, una forte componente personale, di equilibrio vitale:
“Per me fare i concerti è importante anche dal punto di vista psicologico. Per fare i concerti io mi tengo in forma, non mi lascio andare, mi sveglio al mattino per i concerti. Senza concerti mi casca un po’ tutto. All’inizio pensavo si potessero rinviare i concerti a settembre”, si era detto durante i primi periodi, poi a inizio maggio: “Ok, si salta un anno, facciamo finta che quest’anno non esiste, pensiamo a non ammalarci per quest’anno‘”.
La seconda ragione che rende Vasco Rossi disperato in seguito all’annullamento di un anno di concerti, riguarda tutti i lavoratori coinvolti: per avere un’idea dei numeri, in ogni suo show sono impiegati 1800 persone. Tutti professionisti dello spettacolo che non potranno tornare al loro impiego per moltissimo tempo:
Il pensiero del Blasco va ai suoi collaboratori e persone impiegate nei suoi show
“Le persone non lo sanno, ma c’è un sacco di gente che lavora dietro. È stato subito il mio pensiero: ‘E adesso tutti questi che rimangono senza lavoro, con difficoltà economiche molto più grosse di me?’. Io un anno senza concerti posso stare, per loro è diverso.“
Prima che stanziassero un fondo per il settore, il cantante aveva fatto una proposta ai colleghi musicisti: “A marzo avevo pensato di fare un fondo di solidarietà dove ogni artista avrebbe messo delle cifre. Avevo sentito Jovanotti, Pausini o Pausella come la chiamo io, eravamo più o meno tutti d’accordo, ma il problema è capire a chi affidare questi soldi.” Dopo il tentativo di rendere pubblico il manifesto e trovare accordi chiari, la soluzione è stata “Io proteggo i miei collaboratori, una trentina di persone; ognuno pensi alla sua squadra, così siamo sicuri che la cosa viene fatta per bene“.
[…] cosa ne pensate di questa visione? Anche Vasco Rossi, di recente, ha proposto il suo punto di vista in questo difficile periodo per il compartimento […]
[…] durante la crisi che ha colpito il nostro paese durante il lockdown: i lavoratori dello spettacolo. Vasco Rossi, ad esempio, raccontava disperato come insieme a lui tutto il suo team era costretto a stare fermo, e come lui […]