È bufera su Vittorio Sgarbi e Morgan per le frasi giudicate sessiste e volgari e l’attacco frontale rivolto ad Amadeus nel corso della serata di apertura di Estate al Maxxi di Roma. Nonostante i fatti siano accaduti il 21 giugno scorso, le parole dei due sono finite al centro delle polemiche soltanto nelle scorse ore per i video della serata pubblicati da Repubblica e Corriere e per una lettera di protesta inviata da alcune dipendenti del Maxxi ad Alessandro Giuli, il presidente del museo di arte contemporanea.
Sgarbi e Morgan al Maxxi: Amadeus nel mirino
Al centro di quello che Vittorio Sgarbi ha definito un’espressione di “libertà creativa in un luogo creativo” e non in un contesto istituzionale, c’è la direzione artistica del Festival di Sanremo affidata ad Amadeus, confermato anche per l’edizione 2024 con un nuovo regolamento. “Domani mi occuperò del caso Sanremo – ha dichiarato il sottosegretario alla Cultura –. È possibile che di Sanremo debba occuparsene Amadeus? Potrà fare il presentatore, ma non deve scegliere le canzoni. Ma che roba è?”.
“Credo sia antidemocratico far firmare per cinque anni a uno la direzione di Sanremo – ha aggiunto Morgan –. Non dico perché lui non se ne intende di musica, perché questo è un dato di fatto, e sarebbe una cosa da non fargli firmare nemmeno per un anno… ma cinque”. Sgarbi ha rincarato la dose promettendo di “sfrattare” Amadeus che a Sanremo “ha messo le tende”.
Rinunciando alla sua consueta pacatezza, Amadeus ha risposto per le rime in un tagliente post pubblicato su Instagram. “In silenzio anche un idiota può sembrare intelligente. Sfortunatamente gli idioti vogliono sempre parlare”: così recita il post, accompagnato dalla didascalia “Più volte ho constatato che è così”.
Amadeus, Sgarbi e Morgan zittiti sui social
Il linguaggio di Sgarbi considerato sessista e volgare ha scatenato le polemiche. Le opposizioni chiedono le sue dimissioni. Giuli ha dovuto chiedere scusa pubblicamente al Tg1, persino il ministro Gennaro Sangiuliano è apparso molto irritato. “A distanza di giorni dall’accaduto e di ore dalle polemiche pretestuose che ne sono seguite – precisa il sottosegretario alla Cultura all’Ansa –, leggo di molti che parlano, senza il dovuto rispetto, dell’unico tema introdotto da una domanda di Morgan a me: senza farne oggetto di commiserazione, ho parlato del mio tumore in modo ludico”.
“Rivendico il diritto a scherzare su me stesso senza offendere nessuno – aggiunge Sgarbi –. Vedo invece alcuni che si offendono e invocano, contro di me, l’intervento ora del ministro, ora del presidente del Consiglio. Ma la politica non ha niente a che fare con lo spettacolo al Maxxi: era una serata teatrale, nella quale io mi sono confessato di fronte a Morgan, con il divertimento e l’ilarità di tutti, con applausi prolungati, selfie, autografi, anche dopo lo spettacolo, senza che alcuno obiettasse qualcosa. Dunque senza polemiche”.
“Se mi venissero chieste le dimissioni per una cosa del genere – conclude Sgarbi al Corriere della Sera –, il ministero della Cultura dovrebbe chiudere le porte per sempre. Sarebbe censura, vero fascismo. Le osservazioni di Sangiuliano sono condivisibili in tutto e per tutto, ma se riferite al comportamento in società o in sedi istituzionali: ad esempio, è chiaro che al Quirinale io non mi metto a dire parolacce. Ma il mio era uno spettacolo, era provocazione. C’è stato un profondo equivoco”.