Sanremo 2021, scandalo per la croce di Amadeus e le esibizioni “blasfeme” di Achille Lauro

Fanno discutere (per motivi diversi) il gesto del conduttore e i look del cantante

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Sanremo 2021: Amadeus fa il segno della croce tra le esibizioni
Sanremo 2021: Amadeus fa il segno della croce tra le esibizioni "blasfeme" di Achille Lauro

Che Sanremo sarebbe senza qualche polemica? L’edizione 2021 del Festival ne consegna subito un paio, diverse tra loro ma accomunate da un solo argomento: il sentimento religioso. Lo “scandalo” numero uno è avvenuto proprio all’inizio della serata d’apertura del Festival. Prima di scendere le scale dell’Ariston, Amadeus si è fatto il segno della croce. Un gesto semplice e naturale per un cattolico come il conduttore, alle prese con l’edizione più difficile della kermesse a causa della pandemia, delle difficoltà organizzative e dell’assenza di pubblico. Eppure quel gesto è stato subito preso di mira.

Amadeus si fa il segno della croce: è polemica

La Uaar (l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) si è scagliata contro la “Rai Vaticano”, dove “ostentazione e apologia religiosa sono frequenti”, e il presentatore e direttore artistico, autore di un gesto “poco opportuno”. “Cosa sarebbe successo se avesse mostrato la nostra tessera?”, si domanda Roberto Grendene, il segretario dell’Uaar.

In un’intervista concessa all’AdnKronos, Grendene spiega che “era un po’ tutto concordato” e che “Amadeus, che è un professionista, non il primo che capita, e la regia del Festival di Sanremo, hanno voluto inserire quel gesto”. Non è della stessa opinione Abdelhafid Kheit, l’imam di Catania sentito in merito sempre dall’agenzia. Secondo Kheit, il segno della croce di Amadeus “è sempre un gesto gradevole e bello” perché “esprime la propria fede in un momento di difficoltà”, specie oggi che “abbiamo bisogno della preghiera e della spiritualità, in privato e in pubblico”.

Una posizione intermedia è quella di Yahya Pallavicini, presidente di Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana. Per lui “non bisogna avere un atteggiamento puritano nei confronti di un istinto di sensibilità religiosa“. Piuttosto si devono “rispettare le sensibilità religiose spontanee”, ma al tempo stesso è bene “non esasperare neanche le ostentazioni identitarie”.

Pallavicini ha ancora negli occhi l’eterno riposo di Matteo Salvini da Barbara D’Urso e invita il mondo dello spettacolo a “trovare con intelligenza e sensibilità la misura giusta fra libertà e dignità di culto e il voler fare dell’ostentazione, dello spettacolo religioso o del formalismo bigotto”.

Achille Lauro nella prima serata di Sanremo 2021 (foto: RaiPlay)

Sanremo 2021, Achille Lauro accusato di “blasfemia”

Molto più duro di questi interventi è stato invece quello di Famiglia Cristiana sull’ospite fisso di Sanremo 2021: il “trasgressivo” Achille Lauro. Nella serata inaugurale il cantante si è presentato con un look da elfo glam rock per cantare la sua Solo noi, un inno alla diversità e all’inclusività. Nella seconda serata, Lauro è stato accompagnato da Claudio Santamaria e Francesca Barra sulle note di Bam Bam Twist e ha sfoggiato una mise androgina in omaggio a Mina.

Queste performance, che inneggiano alla fluidità di genere usando spesso e volentieri riferimenti religiosi, non sono piaciute al giornale diretto da don Antonio Rizzolo. Il prete, sentito dall’AdnKronos, ha definito la presenza di Achille Lauro “fuori luogo”. Il motivo? Le allusioni “blasfeme” alle statue della Madonna e a immagini sacre legate alle lacrimazioni.

Don Rizzolo sostiene che “si è vista l’applicazione al centro dell’asta del microfono di Achille Lauro di un rilievo a una forma di cuore che sembra richiamare il Sacro Cuore di Gesù, nel suo disegno con la cresta sopra che rappresenta il fuoco dell’amore: sembra una immagine molto simile anche a quelle degli ex-voto che vengono donati ai santuari”.

Il sacerdote ne deduce che “se uniamo le lacrime di sangue a questo cuore, otteniamo un effetto ancora più blasfemo e certamente fuori luogo, per una immagine inadeguata al contesto, oltre che ritenuta offensiva per una parte dei credenti in quel momento posti davanti alla tv”.

D’altronde non è la prima volta che Lauro sciocca i cattolici: era già successo l’anno scorso con il suo San Francesco, tributo a Giotto e al ciclo di affreschi sulla storia del santo nella Basilica Superiore di Assisi.

Cosa succederà con il terzo “quadro” e i due successivi?

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