Una bella, bellissima notizia che tutti aspettavamo quella di ‘È stata la Mano di Dio‘ di Paolo Sorrentino candidato all’Oscar come miglior film straniero. Una seconda, importante, volta per il celebre cineasta italiano, che stavolta si è messo in gioco con una storia veramente molto personale e dolorosa: “Sono felicissimo di questa nomination – ha commentato, appena dopo aver ricevuto la notizia – Per me è già una grande vittoria. E un motivo di commozione, perché è un riconoscimento prestigioso ai temi del film, che sono le cose in cui credo: l’ironia, la libertà, la tolleranza, il dolore, la spensieratezza, la volontà, il futuro, Napoli e mia madre.”
Di chi ha paura Paolo Sorrentino candidato all’Oscar per il suo recente capolavoro? La confessione del regista già Premio Oscar con La Grande Bellezza
Insieme al film di Paolo Sorrentino candidato all’Oscar, come miglior titolo straniero ci sono anche i bellissimi Drive my car, Flee, La persona peggiore del mondo e Lunana: A yak in the classroom. Intervistato da Fanpage, il regista ha confessato di temere il primo titolo (Drive my car) più di tutti: “Sono a mio agio a non essere favorito – aggiunge – Con La grande bellezza ero in soggezione, mi piace di più partire dalla panchina. Il film dell’anno? “Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson, lo trovo un capolavoro“
Sorrentino ha anche ‘risposto’ in un certo senso alla lettera appassionata che gli ha scritto Robert De Niro dopo aver visto “È stata la mano di Dio”: “De Niro è una specie di divinità per tutti i cineasti. Tra l’altro, è citato in È stata la mano di Dio, perché Fabietto insegue il desiderio di vedere C’era una volta in America e mi è sembrato un meraviglioso giro che si compie. Una cosa che mi riempie di felicità, De Niro è il cinema“.