Nancy Brilli: “Noi attori in scena senza paga, è una vergogna”

Durissimo sfogo dell'attrice in tour con la commedia "A che servono gli uomini": "Capita anche ai lavoratori dello spettacolo di non venir pagati"

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Un primo piano di Nancy Brilli
Nancy Brilli (foto: Instagram @nancy_brilli_ufficiale)

Nancy Brilli è protagonista di un’esplosione pubblica di rabbia ed indignazione. L’attrice è attualmente in tournée teatrale con A che servono gli uomini di Jaja Fiastri, diretta da Lina Wertmüller su musiche di Giorgio Gaber. Lo spettacolo, portato in scena prima al Teatro Quirino di Roma e poi al Teatro Nuovo di Verona, è una commedia musicale che affronta con leggerezza un tema caro a molte donne sole: il desiderio di avere un figlio.

Nancy Brilli, teatro amaro: il suo sfogo

Le prossime tappe del tour saranno Ascoli, Recanati e Novara fino alla chiusura agli inizi di aprile a Biella, Firenze e Teramo. Tutto secondo i piani, se non fosse che la Brilli ha affidato al magazine Leggo una lettera aperta nella quale lamenta un forte disagio: lei e i suoi colleghi non stanno ricevendo lo stipendio.

Dopo il durissimo sfogo sulla Rai, l’attrice si rivolge ai lettori sottolineando le difficoltà che vivono quotidianamente gli operatori che preparano una messa in scena di questo tipo. “Uno pensa tutto rose e fiori, no? – scrive Brilli – Bene: essere forti e decisive e sostenere tutti i propri ruoli, essere all’altezza della carriera, della responsabilità degli altri, avere le spalle larghe tanto quanto basta per tenere in piedi una ventina di persone, tenere su il morale, mandare avanti uno spettacolo. Questo sto facendo, in questi giorni”.

Un primo piano di Nancy Brilli
Nancy Brilli (foto: Instagram @nancy_brilli_ufficiale)

Nancy Brilli oggi: “In scena senza paga, che vergogna”

“Vorrei che per magia – aggiunge Nancy – tutte le cose andassero per il verso giusto, ma così non è. Capita anche ai lavoratori dello spettacolo di non venir pagati o di non esserlo in tempo. Mi dispiace e mi fa inferocire vedere un tecnico, un attore, un padre o una madre di famiglia costretti a umiliarsi ripetutamente per chiedere quanto si è guadagnato, lavorando seriamente e con fatica”.

“Questo pezzo – conclude l’attrice – era tutto un altro, e meno male che non funzionava internet e non è partito. Mi auguro che il mio direttore mi sopporti e ci supporti. Stiamo andando in scena senza paga. Dovevo dirvelo. Che vergogna”.