Mina Settembre è la nuova fiction di Rai1 in sei prime serate. Serena Rossi è l’assistente sociale protagonista: una donna dolce e fragile ma dal carattere deciso, alla continua ricerca di una soluzione ai problemi (e alle cause perse) degli altri. Alla base della serie scritta da Fabrizio Cestaro, Doriana Leondeff, Fabrizia Midulla e Marco Videtta, ci sono i romanzi “Un giorno di Settembre a Natale” e “Un telegramma da Settembre” di Maurizio de Giovanni, editi da Sellerio. Lo scrittore napoletano ha creato quest’universo narrativo ispirandosi ad una storia vera.
Mina Settembre: storia vera a Napoli nel 2011
Il personaggio di Serena Rossi è di finzione, ma la figura professionale dell’assistente sociale e i casi che arrivano nel consultorio in cui lavora sono basati su fatti realmente accaduti a Napoli e oggi poco ricordati. Nel 2011, infatti, De Giovanni segue le proteste degli operatori campani culminate con l’occupazione simbolica del Maschio Angioino.
Le cooperative e le associazioni chiedono lo sblocco dei fondi di sostegno al terzo settore, pari a 500 milioni di euro. Molti dei rappresentanti presenti alle manifestazioni non ricevono da mesi gli stipendi. Le loro prestazioni a favore di anziani, handicappati, minori a rischio, persone con disagi psichici sono senza pagamento.
Il comitato “Welfare non è un lusso” guida la protesta. Due arrampicatori professionisti arrivano a scalare le pareti del Maschio Angioino. Trecento dei ventimila operatori sociali in mobilitazione a Napoli e provincia realizzano una catena umana. Altri cento si barricano all’interno del castello.
La mobilitazione è il culmine di settimane di agitazioni e disagio, provocati dalle dichiarazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi, in quota Forza Italia. Sacconi dichiara di non essere a conoscenza della vertenza di questi lavoratori e che il terzo settore non rientra nelle sue competenze. A quel punto le contraddizioni della città e dell’intero Paese non possono che esplodere.
Mina Settembre, Rai 1 lancia un’eroina solidale e fuori posto
Maurizio de Giovanni rimane colpito da quei sit-in e dagli scioperi della fame. È il 2013 quando decide di dedicare il primo racconto a Gelsomina Settembre, detta Mina.
Quella donna fuori posto, dalle curve ingombranti e la mamma dalla lingua tagliente, è divisa tra il magistrato Claudio e il ginecologo Domenico. Eppure, continua a combattere coraggiosamente ogni giorno contro ingiustizie, inciviltà e miseria.
“Racconto un mondo – spiega De Giovanni al Quotidiano di Puglia – in cui lo Stato è molto meno presente che altrove, un contesto sociale che sviluppa un proprio sistema giudiziario dove il welfare è assente e lascia spazio a quello delle organizzazioni criminali. Mina vuole semplicemente dare una seconda possibilità a un ragazzo che vuole uscire dalla criminalità, dove è costretto a stare dalla sua famiglia”.
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