L’addio di Giancarlo Giannini a Lina Wertmuller: “Mi ha inventato, a lei devo tutto”

L'attore ricorda la regista, scomparsa a 93 anni e con cui ha formato un sodalizio unico: "Era indomabile, aveva un'energia pazzesca"

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Giancarlo Giannini e Mariangela Melato in una scena del film Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto
Giancarlo Giannini e Mariangela Melato in una scena del film Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto

Decisa, indomabile, spesso aggressiva, capace di tirare fuori il meglio da chiunque. Così Giancarlo Giannini ricorda Lina Wertmuller, la signora del cinema italiano scomparsa a Roma all’età di 93 anni. I due hanno formato un sodalizio artistico formidabile, cominciato negli anni Sessanta ai tempi dei musicarelli Rita la zanzara e Non stuzzicate la zanzara, entrambi con Rita Pavone. Nelle interviste concesse a caldo, Giannini non può che esprimere tutto il suo dolore per la perdita dell’amica di una vita.

Lina Wertmuller morta a 93 anni: l’addio di Giannini

Giancarlo Giannini e Lina Wertmuller hanno girato nove film insieme, alcuni davvero memorabili come Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto in coppia con una strepitosa Mariangela Melato e Pasqualino Settebellezze, candidato a quattro Oscar, tra cui quelli a Giannini come miglior attore e alla Wertmuller per la regia, la prima volta in assoluto per una donna.

Raggiunto dall’Ansa, Giannini ricorda il loro primo incontro. Lui aveva 22 anni, aveva fatto l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e alcuni film di rilievo, ma è a lei che deve il successo.

A Lina Wertmuller devo tutto, a questa grande donna, regista lungimirante, che mi ha inventato. Se il suo sguardo non si fosse soffermato su di me forse avrei avuto un destino diverso, da perito elettronico. Oggi, se sono qui, riconosciuto come un attore a livello internazionale, è grazie a lei che mi ha dato consigli importanti, mi ha plasmato.

Il film decisivo fu Mimì metallurgico ferito nell’onore del 1972. L’attore ne ripercorre la genesi al Corriere della Sera, rivelando alcune dettagli sulle scelte della regista.

La prima cosa che mi disse è che nessun attore, da Mastroianni a Manfredi voleva farlo. Io avevo appena girato Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola e volevo continuare a interpretare personaggi popolari.

Giancarlo Giannini: Lina Wertmuller “spesso snobbata in Italia”

Giannini racconta che quando il Festival di Cannes ha premiato la Wertmuller nel 2019, prima dell’Oscar onorario arrivato un anno dopo, alla Croisette c’era Leonardo di Caprio che ha fatto carte false per conoscerla e sedersi con lei, “roba da non crederci”.

Ciao amica mia, mi spiace solo che in Italia non tutti ti hanno apprezzata, anzi in certi momenti snobbata, ma il mondo è fatto di invidia, all’estero invece ti hanno riconosciuto quello che in un parola sola ti definisce: genio.

All’estero, soprattutto negli Stati Uniti, la Wertmuller è stata amata molto. All’epoca dell’uscita, Travolti da un insolito destino conquistò i critici del New York Film Critics Circle e il decano Roger Ebert, il primo giornalista di cinema a ricevere il Premio Pulitzer per la critica.

Sapeva far recitare anche le pietre. Ci divertivamo. Sono film comici che pur nascendo nell’alveo della commedia all’italiana hanno un colore tutto loro, un po’ farsesco. Un modo diverso rispetto al cinema di allora. Abbiamo avuto successo, i film li accompagnavamo in America come se fossero figli, portavamo le pellicole sotto il braccio.

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