Avete sentito il monologo di Lella Costa sugli anziani? La celebre attrice – che qualcuno ricorderà ai suoi esordi nel programma rai ‘La TV delle ragazze’ (1988) – è stata ospite di E poi c’è Cattelan Live con un testo molto avvincente e attuale.
“Cosa dobbiamo fare, pagare con la vita?” questa la provocazione del suo discorso, che parla di come la categoria giudicata ‘più a rischio’ sia anche quella considerata quasi sacrificabile.
Lella Costa sugli anziani: “Non si chiede l’età ad una singora: ed invece me la chiedono per dirmi di non uscire di casa’
Dopo il divertente video di Fiorello, arrivano anche le parole di Lella Costa, che da classe ’52 dice: «Adesso provo a spiegarvelo io che ce li ho più di 60 anni che cosa vuol dire. Perché noi magari saremo anche un po’ più a rischio di coronavirus, però non è che di colpo siamo rincoglioniti. Il rischio di rincoglionimento è in qualche modo indipendente dall’età e forse perfino dalla geografia, per quanto secondo me in America sono più portati, perché non soltanto il vicegovernatore del Texas, ma anche il presidente dice le sue…! Ma il punto è – precisa – provate a mettervi nei nostri panni. Di colpo è cambiato tutto. Due mesi fa era: “Non si chiede l’età a una signora”. Adesso è: “Signora, se non mi dice l’età non esce di casa”. Un po’ tanto… no? Un po’ tutto di colpo…”
[…] Noi ragazze non è che non cogliamo i segni dell’età avanza, del fatto che dovremmo smetterla con le sneakers… ci sono dei segnali precisi che noi riconosciamo, per esempio: uno dei momenti decisivi è il giorno in cui sull’autobus o in metropolitana qualcuno si alza per cederti il posto, e tu prima ti guardi intorno e dici: “Ma con chi ce l’ha quello lì. Who me? Really?!”. Poi quando ti rendi contro che parla proprio con te dici: “No no, ma non esiste proprio, stia tranquillo tanto scendo alla prossima”, e se poi non riesci a dissimularti tra la folla va a finire che scendi davvero alla fermata successiva anche se te ne mancano ancora 8.
Lella Costa continua poi ad elencare ‘i segnali dell’età’: “…il giorno in cui gli amici dei tuoi figli smettono di darti del tu, il giorno in cui gli impiegati della ASL cominciano a darti del tu e ti parlano a voce altissima e scandiscono le parole come se tu fossi appena arrivata dallo Sri Lanka…”
[…] E in questi tempi di code ai supermercati? Vogliamo parlare del momento fatale in cui tu sei lì, in una lunga coda, e aspetti, e a un certo punto passa un tale, un addetto, e dice: “Chi ha più di 65 anni può saltare la coda”. Cosa fai? Fai coming out? Ti fidi? Perché il problema non è se ti chiede i documenti, è se non te li chiede e ci crede sulla parola che tu hai più di 65 anni. E allora cosa scegli? Di risparmiarti un po’ di tempo o di essere così sputtanata? Perché a noi fa fatica prendere atto che quell’età anagrafica corrisponda davvero a quello che siamo.
[…] Ci prendete ancora in giro perché i pensionati (maschi peraltro) passano il tempo a guardare i cantieri – a parte che averne di cantieri in questo periodo, sarebbe già tanta roba – ma non è mica vero. Dovreste andare voi a guardare i cantieri, andare voi a vedere le case che non potrete mai permettervi di comprare. Noi – anzi i nostri consorti – se le guardano è perché al massimo hanno un po’ di nostalgia per il periodo della vita in cui si facevano i sogni e si facevano i progetti. E adesso, cos’altro dobbiamo fare di più? Sparire? Levarci di mezzo, pagare con la vita… Non è così che si fa! Davvero vorreste questo? Così ci leviamo dai coglioni noi e voi avete la strada e i chilometri più facili… non è così che funziona, dovete metterci voi il vostro pensiero, i vostri chilometri, e liberarvi dalla retorica, non potete essere retorici alla vostra età, neanche noi possiamo. Questa solfa “andrà tutto bene”… non è vero, non andrà affatto tutto bene. “Ne usciremo migliori”… palle, siamo già peggiori: io non sopporto più il mio vicino di casa che tutti i giorni alle 6 canta! E canta Umberto Tozzi, e io non lo posso sopportare!
La conclusione amara di Lella Costa sugli anziani: “Se fate fuori chi ha qualche chilometro in più, come la racconterete questa storia?”
Infine, una riflessione sarcastica e amara sullo spirito che sta animando questa emergenza: “E soprattutto non pensiate che vi ricorderete tutto, che rimarrete segnati per sempre da quest’esperienza. Sì, certo, ma solo se prederete appunti. Tocca a voi adesso trovare le parole giuste per raccontarla questa cosa terribile, nuova e difficile che sta succedendo, ma dovete farlo voi, con le vostre parole, con il vostro pensiero – avendocelo – perché altrimenti non avrà davvero avuto senso. Eugenio Montale ha scritto: “La memoria non è peccato finché giova”. E allora provate voi a ricordarvi quello che stiamo attraversando adesso, senza per forza far fuori quelli che hanno qualche chilometro sulle spalle di più, perché se non lo farete, se perderete quest’occasione di riformulare, di ripensare, di riprogettare il mondo, di segnare nuove autostrade verso il futuro, allora davvero sarà una colpa imperdonabile e ve ne pentirete per tutta la vita».
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