È bufera per l’intervista esclusiva concessa da Sergej Lavrov a Zona Bianca. Il colpaccio del talk show di Giuseppe Brindisi ha fatto incazzare la politica e la concorrenza televisiva. Non solo: le frasi del ministro degli Esteri russo sulle origini ebraiche di Hitler – un’analisi condotta nel 2010 sul Dna di 39 persone legate da parentela al Führer ha rivelato le origini askenazite e serfardite del dittatore tedesco – hanno mandato su tutte le furie le istituzioni di Israele e il Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Brindisi intervista Lavrov a Zona Bianca: è caos
Lavrov ha parlato a tutto campo della guerra in Ucraina, delle motivazioni dell’operazione russa e della volontà degli Stati Uniti di provocare prima e ora di proseguire il conflitto. Quanto alla “denazificazione” di una nazione guidata da un premier di origini ebree come Zelensky, il ministro russo ha ribadito che “i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei”.
“Veramente osceno” e “aberrante”: così Draghi ha definito questo passaggio dell’intervista di Lavrov. “Il ministro Lavrov appartiene a un Paese dove non c’è libertà di espressione. L’Italia – tuona il banchiere – permette di esprimere le proprie opinioni liberamente, anche quando sono palesemente false”.
Ma nel mirino di Draghi finisce soprattutto Giuseppe Brindisi per come ha condotto l’intervista. “In realtà – nota l’ex Presidente della Bce – è stato un comizio. Quindi la domanda che ci si deve chiedere è se si deve accettare di invitare una persona che chiede di essere intervistata senza nessun contraddittorio. Non è granché professionalmente. Fa venire in mente strane idee”.
Lavrov, intervista a Rete 4 “voluta da giornalisti italiani”
La replica non si è fatta attendere. Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, fa sapere su Telegram che “l’iniziativa di condurre l’intervista non è venuta dal ministero, ma da giornalisti italiani”. “Voglio che i cittadini italiani sappiano la verità – spiega Zakharova – perché i politici italiani stanno prendendo in giro il loro pubblico”.
Mauro Crippa, il direttore generale di Mediaset, difende a spada tratta Brindisi e definisce l’intervista “un documento che fotografa la storia contemporanea”. Il diretto interessato, bollato di recente da Celentano come “un interruttore”, stavolta non ha interrotto il suo interlocutore ma ritiene di avere la coscienza pulita.
“L’ho portato a dire quello che ha detto, avevo la possibilità di arrabbiarmi dicendogli che stava dicendo assurdità – racconta Brindisi al programma radiofonico 105 Kaos – ma avrei dato quella che è la mia opinione e non so se a voi tra l’opinione di Lavrov e quella di Brindisi interessa quella di Brindisi. Io credo quella di Lavrov. A quel punto io mollo, ho ottenuto lo scopo. Devo fare il mio mestiere”.