Gigi Proietti è un fuoriclasse nel suo mestiere. L’attore 79enne è un animale da palcoscenico, ma in queste settimane di isolamento forzato per contrastare la diffusione del Covid-19 resta “in gabbia”. Lo racconta in un’intervista concessa al Corriere della Sera, nella quale definisce il coronavirus “lo Zorro dei virus” perché è sempre “molto mascherato” e rivela che una fase di clausura l’aveva già preventivato.
Gigi Proietti, film e letture per l’isolamento
Proietti è reduce dalle riprese di Io sono Babbo Natale, il film di Edoardo Falcone girato insieme a Marco Giallini. La stretta del Governo per contrastare l’epidemia è arrivata proprio quando sono finiti i ciak e lui pensava di prendersi un periodo di riposo.
“Io – spiega al Corriere – non sono un grande frequentatore di feste, banchetti, aperitivi… non sono abituato ad abbracciare o baciare tutti quelli che incontro. Adesso, men che meno. C’è poco da scherzare in questa situazione, l’umore generale è di grande attesa…”.
L’attore romano ammette di vivere queste settimane da privilegiato. “Rispetto a tanti altri concittadini – commenta – che magari abitano in piccoli appartamenti, senza una terrazza, senza uno sfogo, io almeno ho un giardino, che in questo momento è a dir poco vitale. E pensare che, tempo fa, volevo cambiare casa”.
C’è grande bisogno di normalità: Proietti invita tutti a mantenere la calma e a comportamenti adeguati alla situazione. “Non è il caso – continua – di fare a cazzotti mentre si sta in fila al supermercato. Non mi piace sapere di persone che compiono azioni contro le regole e che poi se ne vantano, dicendo ‘ho fregato il Governo’. Eh no, perché freghiamo noi stessi. Se invece cerchiamo di stare calmi e di rispettare le disposizioni, il virus finisce prima. Però ovviamente capisco anche che uscire di casa e poter andare dove ti pare è importante psicologicamente. La limitazione della libertà è pesante, ma necessaria”.
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A differenza di Gerry Scotti con la sua Milano, Proietti trova la Roma deserta di oggi sempre suggestiva e affascinante. “Anzi – ammette – è ancora più bella perché è senza traffico, come a ferragosto”.
In tutto questo caos, l’attore una cosa positiva la trova. “Abbiamo più tempo per pensare, per riflettere – chiarisce – su come vivere bene in una comunità. È tropo facile scaricare sugli altri le responsabilità, che invece sono di tutti noi cittadini. È una buona occasione per ragionare su cosa abbiamo sbagliato. Con questo non voglio dire che il virus ci ha invaso per colpa nostra, dico solo che forse abbiamo sbagliato qualcosa a monte di tutta questa vicenda. Invece di litiga’ dobbiamo ragiona’. Le polemiche tra i politici sono assolutamente dannose. Io amo la politica, ma questa non è politica”.
“Mi auguro – conclude – che alla fine di questa pandemia, non saremo più quelli di prima, speriamo in meglio”.
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