Giovedì 5 novembre a Roma sarà lutto cittadino in memoria del mattatore Gigi Proietti. L’attore, morto proprio nel giorno del suo 80esimo compleanno il 2 novembre, è stato colpito da un grave scompenso cardiaco. A poche ore dai funerali, che saranno celebrati in forma strettamente privata ma, in accordo con la famiglia dell’artista, in diretta televisiva su Rai 1, è il medico che aveva in cura l’eterno Mandrake di Febbre da cavallo a omaggiarlo con un commosso e affettuoso ricordo.
Gigi Proietti, malattia e risate fino alla fine
Fabrizio Lucherini è il radiologo della clinica dove Gigi Proietti era ricoverato. Intervistato dall’AdnKronos, il medico spiega che l’attore “da anni era un cardiopatico grave ed è venuto qui il 17 ottobre scorso già in condizioni preoccupanti. Anche diversi anni fa, per motivi analoghi, aveva avuto un ricovero, ma questa volta era diverso. Il problema di un cuore che non funziona bene crea uno scompenso su tutto il resto, dando il via a patologie multiorgano. Negli ultimi giorni si è aggravato moltissimo. Gli ho fatto la tac che era ancora lucido, ma c’erano davvero troppe complicanze”.
Una persona come lui però, capace di attraversare oltre mezzo secolo di spettacolo italiano tra cultura del popolo e cultura d’élite, ha affrontato anche gli ultimi difficili momenti con il sorriso sulle labbra e una profonda ironia.
Lucherini racconta che quando gli ha fatto una delle ultime tac, pochi giorni fa, Proietti “ironizzava sulle sue condizioni: ‘Come vado? Je la faccio?’, chiedeva. Non l’ho mai percepito ansioso e preoccupato. Era lui, è sempre stato lui”.
L’attore è stato un personaggio pubblico amatissimo dagli italiani, ma che ha sempre difeso la sua vita privata fino all’ultimo. Soprattutto nelle fasi più complicate, come il ricovero in terapia intensiva della notte prima dei suoi ottanta per un attacco di cuore che non era il primo.
Gigi Proietti, funerali il 5 novembre: il ricordo del suo medico
Di Proietti il dottor Lucherini conserva pure un ricordo personale di qualche anno fa, “quando con la squadra di calcetto avevamo vinto una coppa e andammo a festeggiare nel suo ristorante preferito. Lui era lì con delle persone, lo abbiamo chiamato al tavolo per un brindisi ed è rimasto con noi al tavolo. Uno di noi, divertente, umile”.
Lo testimoniano le manifestazioni d’affetto arrivate dal mondo dello spettacolo e della politica, ma in particolare dalla gente comune e dai giovani.
Lucherini ha capito che “abbiamo perso forse il più grande attore di tutti i tempi” perché “io una folla come quella di questa mattina qui in clinica non l’ho mai vista per nessuno”.
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