La notizia era nell’aria da giorni: Fabio Fazio lascia la Rai e firma un contratto di quattro anni con Warner Bros. Discovery per far traslocare Che tempo che fa sul Nove. Con lui, va via da Rai 3 anche Luciana Littizzetto. Il debutto è previsto in autunno e la trasmissione, aggiornata nel format per il nuovo canale, andrà avanti per tutta la stagione 2023-2024.
Fabio Fazio lascia la Rai: stipendio insostenibile?
Alessandro Araimo, l’amministratore delegato di Discovery Italia, definisce Fazio “uno dei volti più rilevanti e influenti della televisione italiana” e ribadisce che l’arrivo del conduttore e della Littizzetto nel gruppo è la conferma dell’impegno del network di “attrarre i migliori talenti”. L’addio di Fazio alla Rai è il primo tassello di una rivoluzione che travolge tanti volti noti del servizio pubblico con la girandola di nomine e poltrone in arrivo a viale Mazzini.
“Il mio lavoro continuerà altrove. Non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni, me ne sono reso conto”, ha detto Fazio nel collegamento con il Tg3 per le anticipazioni della puntata di Che tempo che fa di domenica 14 maggio. “Continuo a fare serenamente il mio lavoro altrove, che è quello che ho sempre fatto in questi quarant’anni e non posso che esprimere anche in questa occasione gratitudine nei confronti di tutte le persone con cui ho lavorato per tutta la vita in Rai e conserverò solo un ricordo meraviglioso”, ha aggiunto.
Il divorzio tra Fabio Fazio e la Rai è una questione puramente politica? Con un governo diverso da quello guidato da Giorgia Meloni, al presentatore ligure sarebbe stato rinnovato il contratto, in scadenza il 30 giugno? Il conduttore guadagna 2,2 milioni di euro l’anno soltanto di stipendio, ai quali vanno aggiunti gli introiti di Officina, la società che ha creato per produrre la sua trasmissione.
La prelazione per il rinnovo dell’accordo, in scadenza il 18 maggio senza che sia mai stata formalizzata una proposta di rinnovo, è stata oggetto di anche uno strascico polemico tra l’ad uscente Carlo Fuortes, a ore sostituito da Roberto Sergio, e il Consiglio di amministrazione dell’azienda.
“L’uscita di Fazio dalla Rai è un danno all’azienda in termini di identità, qualità culturale e ascolti. Una brutta notizia per il Paese. Negli anni tante belle pagine di servizio pubblico, fra tutte il Memoriale della Shoah con la Segre. Scelta scellerata mai portata in Cda”, fa sapere Francesca Bria, consigliera in quota Pd.
“Il Cda è stato informato solo il 5 maggio scorso della imminente scadenza dei contratti di Fazio e Officina. Non c’è stata dunque alcuna decisione in Consiglio in assenza di un sufficiente dibattito e analisi del tema in sede consiliare, come avrebbe dovuto essere. Molti dovrebbero chiarire su quanto avvenuto, compreso l’ex amministratore delegato ed il suo staff. Dall’indebolimento progressivo e scientifico del servizio pubblico ci guadagneranno soltanto i competitor”, aggiunge il consigliere Riccardo Laganà, eletto dai lavoratori Rai e a sinistra del Pd.
Matteo Salvini: Belli ciao a Fazio e Littizzetto
La cancellazione di Che tempo che fa dai palinsesti Rai è terreno fertile di scontro politico. Ad accendere la miccia è Matteo Salvini che posta sui social un’immagine di Fazio e Littizzetto con la scritta “Belli ciao”. Maurizio Gasparri non è da meno e propone alla Rai di “lasciare vuoto lo spazio televisivo mettendo un’immagine fissa al posto di Fazio”. “Come si può immaginare una televisione pubblica senza Fazio e senza i suoi dibattiti notoriamente equilibrati e privi di accenti polemici?”, ironizza il senatore di Forza Italia.
Insorge l’opposizione che ritiene l’occupazione del servizio pubblico da parte del governo Meloni un cambio di narrazione pericoloso, a partire dall’epurazione di Fazio e Littizzetto. Carlo Calenda, il leader di Azione, definisce i due “protagonisti della comunicazione e della cultura”, mentre l’ex segretario dem Enrico Letta sostiene che “la destra al potere sceglie di privarsene e fa un danno alla tv, alla cultura e all’Italia”.
Una posizione decisamente più equilibrata è quella di Rita Dalla Chiesa, parlamentare di Forza Italia e parte della commissione di Vigilanza Rai. “La politica non c’entra niente!!!!!! Se ne voleva già andare l’anno scorso per le polemiche del pubblico sul suo budget. Lucidate la memoria, per favore. A me dispiace che vada via, ma ha fatto davvero tutto da solo. Parlava da mesi di Discovery”, scrive l’ex conduttrice di Forum in risposta ad un post di Davide Maggio su Facebook.
Dalla Chiesa ritiene che i contratti in scadenza “non devono essere rinnovati per forza”, in particolare quando sono “esageratamente alti”. “Rimangono Report, la Annunziata, Iacona, Augias, Damilano, Agorà e un sacco di altre trasmissioni. Mi scusi, ma non è giusto addossare alla politica scelte che sono solo individuali. E fatte da prima che si insediasse il nuovo governo”, conclude la parlamentare in risposta ad un utente.
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