La politica dei tagli richiesta dall’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, ha fatto infuriare uno dei volti di punta della televisione pubblica: Fabio Fazio. In vista della presentazione dei palinsesti per la stagione 2020-2021, l’ad ha presentato al Consiglio d’amministrazione dell’azienda un piano che prevede una stretta sui cachet milionari e i conflitti di interesse tra agenti e produttori. A partire dal 17 settembre, non ci saranno più compensi doppi per chi è conduttore o agente e contemporaneamente produttore dello stesso programma. Inoltre, un unico agente non può rappresentare più del 30% degli artisti nella stessa produzione.
Fabio Fazio, stipendio milionario: ecco la verità
A pagare le conseguenze di questi tagli, causati dall’emergenza economica derivante dall’epidemia di coronavirus, sarebbe proprio Fabio Fazio. Il presentatore ha un contratto milionario con la Rai in scadenza nel 2021. Con la sua società, L’Officina, produce il talk Che tempo che fa in collaborazione con il suo agente, il potente Beppe Caschetto. Tutto ciò, dal 17 settembre, non sarà più possibile.
La norma, già ribattezzata “anti-Fazio”, ha mandato su tutte le furie il presentatore, che nella prossima stagione dovrebbe traslocare da Rai 2 a Rai 3 e si è sfogato dalle pagine del Fatto Quotidiano. “Parlo poco, ogni due anni – tuona il conduttore – ma la norma ‘anti-Fazio’ approvata dal Cda mi obbliga a dire la mia”.
“Trovo ogni limite superato – chiarisce Fazio –. Qui entriamo nel campo dell’inaccettabile: da tempo mi viene riservato un trattamento che non ha eguali né precedenti. Adesso basta. Tre anni fa, quand’ero già serenamente avviato altrove e la Rai mi chiese di restare, mi scappò che la politica non doveva più entrare nella tv. Da allora iniziò la guerra, perché quella mia frase fu letta come una questione personale. Uno stillicidio continuo, un linciaggio senza eguali né giustificazioni”.
Nell’intervista, Fazio sciorina i costi di produzione del suo programma senza peli sulla lingua. “Su Rai 1 – spiega il conduttore – abbiamo coperto dalle 20.30 a mezzanotte per un costo a puntata di 300mila euro per la mia società, più 100mila euro di costi generali Rai. Di solito in quella fascia va una fiction di due ore, a una media di 750mila euro l’ora”.
Il presentatore è un fiume in piena. Accusa le “regole impensabili” che “rendono impossibile la produzione interna”, rivendica l’autoproduzione (come fanno pure Paolo Bonolis e Maria De Filippi) per poter “controllare il prodotto” e ritiene che non abbia senso “fare la guerra” o “mettere limiti” agli agenti.
Fazio aggiunge che con Che tempo che fa la Rai ha visto aumentare i ricavi e crescere gli ascolti. La vittima del sistema è lui, attaccato da chi lo accusa di percepire 12 milioni di euro all’anno per il suo contratto da 4 anni. “Vengo da una famiglia di impiegati – confessa – e conosco il valore del denaro: prendo 2 milioni l’anno, uno lo do orgogliosamente in tasse. So di essere fortunato, ma nessuno regala nulla; a inizio carriera prendevo 25mila lire a settimana e non mi permettevo neanche il taxi dalla stazione Termini alla Rai”.
“Hanno chiesto a tutti di ridursi il compenso, e ho accettato. Solo io però. Sono stufo – attacca Fazio – di dovermi difendere per il mio lavoro”. “Forse – aggiunge stizzito – non sono vissuto come un professionista della tv ma come un avversario politico. I politici li vedo solo in trasmissione. Eppure mi riservano un trattamento che ho visto solo su Sanremo, ogni tanto su Benigni”.
Fabio Fazio, Rai nel mirino: “Non è scontato il prolungamento”
La permanenza in Rai di Fazio, a questo punto, non è così scontata. “Se lo ritengono utile – annuncia il conduttore – posso continuare, l’importante è non diventare un campo di battaglia né un palo di esibizione. Ho un contratto ancora per un anno e sto lavorando a un nuovo progetto per Rai 3: una storia agiografica della tv per il 2021-22. Ma non è scontato il prolungamento del contratto oltre la scadenza del 2021”.
Quindi Che tempo che fa dove andrà in onda? “Torno a Rai 3 – conclude Fazio – se c’è un accordo e un progetto, se no resto a Rai 2″.
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